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    Intervista ad Hiromu Arakawa

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    Intervista ad Hiromu Arakawa  Empty Intervista ad Hiromu Arakawa

    Messaggio Da Rukawa Kaede Gio Mar 01, 2012 7:37 pm

    ecco per voi un'intervista, risalente al 22 Settembre 2004, fatta ad Hiromu Arakawa mangaka di Fullmetal Lachemist fatta dal sito Yahoo! Japan.


    Yahoo! Japan: La prima trasformazione di un suo lavoro in una serie regolare è stato un improvviso grandissimo successo. Ci dica come, una "novellina" reagisce nel vedere un suo lavoro diventare tale.

    Arakawa: All'inizio ero sotto contratto per una pubblicazione one-shot. Ad ogni modo, l'editore mi richiese di trasformare quella pubblicazione one-shot in una serie. Con una storia che è ideata per concludersi in un solo capitolo, come avrei dovuto farlo? (ride). Sono dovuta stare circa mezzo mese a scervellarmi a raccogliere idee su come continuare quel lavoro.

    Yahoo! Japan: Sono passati 4 anni, ed ora, i personaggi continuano ad apparire uno dopo l'altro dando facendo continuare sempre di più la storia della serie...

    Arakawa: Sin da quando è iniziata la serie, ho sempre tenuto in primo piano la sua trama ed il suo finale. Sin da quando ho inserito i personaggi, una volta che conoscevo già la conclusione della serie ho sempre pensato a ciò che avrebbero fatto nel corso della serie in modo da farla concludere in quella maniera. Questa storia andrà sempre avanti fin quando la serie durerà. Gli episodi che avverranno sino alla conclusione della serie, sono già stati preparati. Ma naturalmetne, la storia procede e i protagonisti crescono, quindi, non so come saranno le loro reazioni nei capitoli che realizzerò in seguito.

    Yahoo! Japan: Il tema è stato deciso sin dall'inizio?

    Arakawa: C'è da dire che se tu desideri qualcosa, devi dare qualcosa dello stesso valore in cambio. Questo potrebbe essere inteso come lo "Scambio Equivalente" nel mio lavoro. In ogni libro che parla di Alchimia, è presente qualcosa. Io pensavo che dovesse essere così anche nella vita. Il tema è nato durante un momento di ispirazione riflettendo su cose di questo tipo.

    Yahoo! Japan: Qualcosa che viene dal cuore, eh. Riguardo alle leggi dello scambio equivalente, è questo il tuo pensiero anche riguardo la vita?

    Arakawa: Si! (ride) I miei genitori sono contadini ad Hokkaido. Il lavoro di una famiglia di contadini è monotono ed anche difficile. Se sei pigro, dovrai sopportare sempre quella situazione. I nostri antenati erano i pionieri che sono arrivati ad Hokkaido, ma loro hanno vissuto completamente d'accordo con il principio dello Scambio Equivalente.

    Yahoo! Japan: Quindi le origini di Hagaren (abbreviativo di Hagane No Renkinjutsushi, n.d.t.), sono nella fattoria...

    Arakawa: Perché il pensiero della mia famiglia è "Chi non lavora non mangia!" (ride). Ad ogni modo nella realtà, per via dei brutti e non voluti eventi del passato, il loro pensiero può essere inteso come "Ah, siamo più fortunati adesso". Qualunque sia il loro pensiero, il passato resta sempre una risorsa di nutrimento (per le nostre menti). Io continuo a vederla così.
    La legge per l'alchimia nel mondo di Hagaren è quella dello Scambio Equivalente. Il protagonista, Edward e suo fratello Alphonse, nel tentativo di far resuscitare la loro madre morta, tentano la proibita Tramsutazione Umana. Ad ogni modo il prodotto risulta imperfetto e loro sono costretti a pagare un alto prezzo per questo. Ed perde la sua gamba sinistra, Al l'intero corpo. Nonostante ciò Ed sacrifica il suo braccio destro per legare l'anima di Al ad un armatura. Per trovare il modo in cui riavere i loro corpi, iniziano un viaggio. La casa in cui sarebbero potuti tornare, viene bruciata da loro stessi.

    Yahoo! Japan: Ho sempre ritenuto che sia stato un obbligo, sentito da parte dei bambini, che stavano in ansia per un essersi messi viaggio. Arakawa, a lei è mai capitata una situazione del genere da bambina?

    Arakawa: Parlado di divagare, posso dire "Se avessi fatto un po' di passi da qui, cosa sarebbe accaduto". Nelle fattoria dove vivevo e in quelle vicine, vi erano vicine delle montagne... e solo delle montagne (ride). Così ho pensato "Se le oltrepasso, potrò vedere il mare", salendo una montagna, ne trovai un'altra, dannazione, qualcosa di simile (ride). Attualmente, supponendo che mi fosse data una macchina, avrei pensato dove andare. Tuttavia avrei viaggiato un sacco di posti da una parte all'altra del Giappone. Ad ogni modo, per via del fatto che possiedo una casa mia, preferisco solo pensare a cose del genere.

    Yahoo! Japan: Ed e Al hanno completamente distrutto la casa in cui sarebbero potuto tornare.

    Arakawa: Si ma loro dissero "Per noi, non c'è nessun posto dove tornare", nonostante ciò ci sarà sempre gente nella loro città che li accoglierà quando saranno tornati. Quindi loro non temono quella situazione, e sono confortati e supportati da chi gli sta attorno, che provano ad aiutarli cercando di dare il loro meglio.

    Yahoo! Japan: Vuol dire che queste idee di conforto significano che l'autore che le ha rappresentate ha avuto delle esperienze che gli hanno spezzato il cuore?

    Arakawa: No (serenamente)! Personalmente non ho sofferto troppe pene, così ho pensato ad esse. Comunque sia si possono vedere questo genere di cose nelle notizie in televisione, dalle quali si ha l'impressione che il numero di bambini soli sia in aumento. Ma non sarebbe così se gli adulti non ignorassero i problemi così visibili che hanno i bambini. Sì, gli adulti li vedono chiaramente.

    Yahoo! Japan: Sempre su questo, è per via delle esperienze della sua vita?

    Arakawa: Sin da quando ho vissuto in fattoria, sono sempre stata vicina agli adulti. Percorrendo la strada di ritorno alla fattoria dalla scuola, immancabilmente vedevo contadini che lavoravano, e che ti salutavano non appena gli passavi davanti. Un adulto che lavora sarà sempre vicino, restando a guardare i bambini che crescono. I bambini non andranno comunque a passeggio durante le stagioni di pioggia, e daranno una mano in fattoria, senza lamentele. Per via di questa cultura/tradizione locale, sin da piccola penso che "gli adulti possano capirci perfettamente".
    Una caratteristica del mio lavoro è che in mezzo alle tragedie poste in un episodio, la volontà di vivere è fortemente affermata. Non per nulla in cui i personaggi sono disperati, i lettori non hanno mai trovato vere e proprie situazioni di panico panico.

    Yahoo! Japan: Quindi quando una scena seria è in corso, immancabilmente fa subentrare una scena umoristica, eh?

    Arakawa: Quando ci sono scene fredde, credo potrebbe essere spaventoso leggere. Ma se si tratta di divertimento ti va di leggere per divertirti. Penso a quando ero bambina e leggevo Manga, che gioivo nel leggere, che non è qualcosa che ho adesso. Quando sono in momenti di forte emotività, leggo manga succosi, che sono appropriati ma non divertenti. Quindi, quando disegno, mi propongo di richiamare ciò che c'è stato d'interessante nella mia vita da bambina e che può essere detto.

    Yahoo! Japan: Che tipi di manga leggevi?

    Arakawa: Ne leggevo di ogni tipo. Mia sorella maggiore legge "Shonen Jump" e "Weekly Margaret" (ride). Inoltre, dato il fatto che ho un sacco di cugini, ho trovato più interesse nell'avere manga di ogni genere. Quelli si adattano maggiormente ai miei gusti sono "Shonen Jump" e "Shonen Sunday".

    Yahoo! Japan Quando hai pensato di diventare una mangaka?

    Arakawa: Sin da quando ero piccola ho pensato che sarebbe stato bello disegnare manga per vivere. Negli anni da studentessa, ho raggiunto il livello dei "Textbook Graffiti", ma dopo essermi diplomata, ho fatto pratica con i colori ad olio, mentre aiutavo la fattoria dei miei genitori, creando un doujin sugli "Annali dei Tre Regni" con un sacco di storie che amano gli amici. Sono stata incitata dai miei amici a diventare una scrittrice, e ho disegnato qualche yonkoma manga (manga di 4 tavole) in un giornale di corsa dei cavalli. Ad ogni modo, nel disegnare una buona storia a fumetti, il mio debutto fu quello che divento il mio primo pezzo inviato.
    Il primo manga che ho disegnato, "Stray Dog", ha vinto un Award e ha debuttato su Shonen GanGan nel 1999. Conforme a quanto detto dall'editore, "Una volta essere divenunta unica, specialmente nel parlare, il grado di perfezionamento sarebbe stato alto". Il lavoro di debutto si può dire che abbia guidato Hagaren, l'unico, presentò vedute abbinate a disegni eccellenti, che ottennero presto il consenso tra i fan.

    Yahoo! Japan: Si dice che un manga è diverso da novelle e similari, nel fatto che presenta i contenuti "mostrandoli attraverso i disegni". In Hagaren, gli scenari sono cose che casualmente la rappresentano, e che formano le sottotrame della storia o quasi.

    Arakawa: Hu hu hu... Preparare queste cose si potrebbe definire divertente. Fa sentire bene, risistemarli negli episodi successivi. Avere le sottotrame che non mi rendono ansiosa vuol dire che non ci sono blocchi troppo pesanti o complicati, ma che possono essere letti ad esempio in un secondo momento. Se qualcosa mi comunica che "Ah questo..", e poi "Quello l'ha fatto!". Parlando di quando ho riletto il mio primo volume, ho avuto un saccod i pensieri del tipo "Ah, non può essere che ho usato questa sottotrama". In situazioni del genere, voglio solo elogiare l'altra me stessa (ride).

    Yahoo! Japan: Continuando a ancora "Mostrare un mondo che nessuno ha mai visto prima" è un motivo di divertimento. Nei tuoi lavori, dopotutto, c'è una scena dove Ed vede la "Verità". Ad ogni modo ciò che è la Verità, è qualcosa che nessuno è mai stato capace di vedere con i propri occhi nella realtà.

    Arakawa: Questo è abbastanza vero... Durante la preparazione dello Storyboard, io pensavo cose del tipo "Che impressione dovrebbe dare?". Ne ho fatto qualche schizzo, ma sono entrata in uno stato di disegno tipo "come, come, come"... Questa è l'unica pagina alla quale si continua a pensare fino al giorno della conclusione del manga.

    Yahoo! Japan: Così quella scena probabilmente continuerà a diventare sempre più importante...

    Arakawa: Hu hu hu, ciò che succederà succederà.

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